A breve la votazione all’IMCO per il testo sulla Direttiva 477

Mancano ormai poche ore alla votazione presso la Commissione IMCO.

È fissato infatti per domani 26.01.2017 dalle ore 09.30 l’inizio dell’assemblea, come è possibile verificare nell’agenda on-line della Commissione stessa.
Dato che la “proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 91/477/CEE del Consiglio, relativa al controllo dell’acquisizione e della detenzione di armi” è al punto 20, la discussione sarà probabilmente verso le ore 10:00.
Sarà possibile seguirla in streaming in diretta al seguente link: Video Evento20170126-0900 IMCO.
Durante la votazione si discuterà il testo di cui vi abbiamo già annunciato la bozza nell’articolo Direttiva EU/477 Bozza aggiornata del 17 gennaio 2017.
Nella seduta di domani verranno anche presentati alcuni emendamenti, visibili a questo link: Emendamenti IMCO 26 Gennaio 2017. Tali emendamenti saranno tra quelli poi proposti al plenum dell’Europarlamento, ma sappiamo che molti altri sono in preparazione.
Molte parti severamente penalizzanti sono state rimosse grazie alla tenacia dell’Europarlamentare Vicky Ford, ma purtroppo sappiamo che in ultimo non ha potuto fare di più.
Il testo definitivo dovrà poi comunque passare dal voto del Parlamento in assemblea plenaria probabilmente nel mese di marzo.
Nonostante l’attuale versione sia già ben differente dalla prima stesura presentata nel novembre del 2015, e la messa al bando a tappeto di molte categorie d’armi sia stata completamente esclusa, non è possibile abbassare la guardia. Come tutte le parti in causa ammettono, restano infatti alcuni aspetti sia penalizzanti sia giuridicamente critici.
Insomma, nonostante sperassimo in una futura regolamentazione chiara, recepita da tutti gli Stati dell’Unione Europea che potesse tutelare tutti gli appassionati, non ci sentiamo pienamente soddisfatti.
Basta pensare che le armi di Categoria B7 (che, ricordiamo, non vengono bandite) continuano ed essere classificate in base al contestato (sia in Europa sia in Italia) principio della “somiglianza ad un’arma automatica”; ma trattandosi, questa, di una battaglia giocata in difesa e non in attacco, bisogna ammettere che questa non era l’occasione giusta per rettificare tale principio o addirittura per eliminarlo del tutto e spostarle in Categoria B4.
Resta anche anche, l’assegnazione di un’arma nella categoria A7 o B7 a seconda del caricatore inserito, pure con un’eccezione per i tiratori sportivi; ma speriamo che questo aspetto sarà oggetto di un emendamento da discutersi al plenum.
Rimane anche il fatto che le armi demilitarizzate saranno definitivamente inserite nella categoria A6, indipendentemente dai passaggi tecnici che ad esempio già in Italia avvengono per mezzo della Circolare del 20 settembre 2002,  n.557, diventando di fatto vietate, senza clausole di utilizzo da perte degli sportivi.
Tutte le parti in causa si lamentano di come la Commissione Europea (per puntiglio politico) non abbia voluto assolutamente prendere in considerazione l’adozione di una disciplina tecnica comune per la conversione delle armi militari, sebbene tutti sappiano (loro compresi) quanto sia più facile modificare un’arma semiautomatica anziché una demilitarizzata per poterla convertire nuovamente in arma automatica.
D’altra parte sembra essere esclusa l’ipotesi che i caricatori tornino ad essere parte d’arma soggetta a restrizioni, anche perché sarebbe difficile da stabilire ad esempio se un caricatore comune sia ad una pistola sia ad una carabina possa essere in categoria A in un caso e non nell’altro.
Il discorso delle visite mediche, per quanto ci riguarda, tutto sommato non aggiunge altri obblighi in quanto già nel nostro Paese è necessaria la certificazione anamnestica e la visita presso un ufficiale medico, si passerebbe dagli attuali 6 anni ad una revisione ogni 5 anni.
Oneroso per i produttori invece sarà l’obbligo di punzonare ed identificare ogni parte d’arma con i dati identificativi di produttore modello e matricola.
Le repliche di armi antiche torneranno armi comuni e saranno vendibili solo da soggetti muniti di porto d’armi o nulla osta; dovranno essere denunciate quelle attualmente in possesso.
Anche sulla questione della sicurezza nella detenzione per chi detiene un elevato numero di armi pensiamo che sia errato porre dei limiti. L’importante rimane però che tali limiti siano definiti in modo congruo e senza pregiudizi (bisognerà quindi darsi da fare nel momento in cui tutti gli Stati membri dovranno emanare le Leggi per il recepimento).
Speriamo tuttavia nella possibilità di miglioramenti alla bozza durante le sedute plenarie; ma in seguito alle affermazioni rese note da Vicky Ford e da Jussi Halla-Aho, secondo cui una buona maggioranza dei Parlamentari sta perdendo interesse nel difendere noi tiratori, ed anzi, sta facendo pressioni per dimostrare di fare qualcosa contro il terrorismo, resta la necessità da parte di tutti di mantenere alta la pressione al fine di far comprendere anche agli Europarlamentari, stanchi di una battaglia così lunga, che per noi il tema continua ad essere di primaria importanza.
Anche se finisse con l’approvazione a scatola chiusa della versione uscita dal trilogo, come si dice, avrebbe potuto andare meglio, anche se qualcuno dice che poteva andare peggio, o pensandola in veste ottimistica, potrebbe andare ulteriormente peggio.

Purtroppo in tal caso non ci resterebbe che sperare nell’applicazione di alcuni piccoli emendamenti durante le sedute in plenaria dell’Europarlamento, forse, si spera, aiutati dall’attuale Presidenza maltese.
Rimane il fatto che se si vuole combattere una battaglia soprattuto inerente il mondo delle armi, argomento già ricco di pregiudizi, bisogna essere uniti e fare fronte comune.

© 2017 – 2018, Michele Schiavo. Tutti i diritti riservati.
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