Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una costante proliferazione delle carabine camerate nei classici calibri da arma corta (9 × 19 Parabellum e 9 × 21 mm IMI principalmente, ma anche .45 ACP e .40 Smith e Wesson), che hanno trovato fortuna e applicazione per i compiti di “Law Enforcement” nei corpi di polizia di tutto il mondo. Una delle cause dell’avvento di questo tipo di armi è senz’altro dovuta alla necessità di standardizzare i calibri e il munizionamento in dotazione, che porta non solo alla riduzione dei costi per armi e munizioni, ma anche alla risoluzione dei problemi logistici e di approvvigionamento di quest’ultime. Il processo che abbiamo appena citato ha inizio in realtà molto prima di quanto pensiamo. È il caso di questa interessantissima carabina Spagnola, derivata dalla meccanica Mauser 1893, che ha visto la luce nei primi anni del XX Secolo.
Agli inizi del 1900 la Guardia Civil Spagnola era armata di fucili a leva tra cui i Winchester 1873 e alcune copie del modello 1892 denominate “El Tigre” in calibro .44-40. Nel 1903 l’Esercito aveva adottato la Pistola Bergmann-Bayard 1903 calibro 9 × 23 mm facendola diventare l’arma corta d’ordinanza ufficiale dell’esercito Iberico. La nostra attenzione va posta su questo nuovo (per l’epoca) e interessante calibro, sempre progettato da Theodor Bergmann che verrà rinominato dagli Spagnoli 9 × 23 “Largo” ossia “Lungo” a causa della lunghezza del bossolo di 23 mm. Questa munizione troverà largo impiego in Spagna nelle armi d’ordinanza successive come le pistole Campo Giro, la Astra 400, la Jo Lo Ar, le pistole mitragliatrici STAR e ovviamente…le carabine Destroyer. A questo punto dobbiamo ricordare che queste carabine furono adottate da tutte quelle forze di polizia che affrontarono in Spagna quei turbolenti e sanguinosi anni nella prima metà del Novecento. Oltre alla Guardia Civil infatti, le Destroyer vennero ampiamente usate dapprima dalla “Guardia de Asalto” nel periodo Repubblicano e successivamente dalla “Policia Armada y De Trafico” (fedele al Generalissimo Franco) che verrà sciolta solamente nel 1978. Con l’adozione delle Destroyer le forze di polizia si ritrovarono equipaggiate con armi corte e lunghe camerate per il medesimo calibro, standardizzando (almeno in parte) l’armamento in dotazione.
Tutt’ora questa maneggevole carabina è utilizzata dalle “Guardas De Campo” che svolgono le funzioni di guardiaboschi e di protezione della fauna (simile al nostro ormai defunto Corpo Forestale).
Storia e sviluppo
La storia di questa simpatica carabina ha inizio intorno al 1921 a Eibar, nei Paesi Baschi dove la ditta Gaztañaga y Compañía acquistò il marchio “Destroyer” (termine militare internazionale che identifica una nave cacciatorpediniere) e iniziò a produrre i primi esemplari di quest’arma denominandoli appunto Destroyer. È curioso notare che, come tanti altri piccoli produttori spagnoli dell’epoca, questa ditta abbia prodotto un numero svariato di pistole semiautomatiche in vari calibri denominandole sempre Destroyer! Ma questa è un’altra storia. In ogni caso la Gaztañaga y Compañía chiuse i battenti negli anni della Guerra Civile senza che nessuno abbia mai avuto la certezza del numero di carabine prodotte. Poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale un’altra ditta Basca, la Ayra Duria che aveva precedentemente acquistato i diritti sul marchio Destroyer, applicò delle sostanziali modifiche al design originario di quest’arma, avviando la produzione che sarebbe terminata introno al 1975.
Le modifiche che Ayra Duria fece comprendevano:
- Un nuovo otturatore derivato dal Mauser 1893 con due tenoni di chiusura
- Un estrattore sempre di tipo Mauser 1893 situato nella parte superiore (quando il Mauser invece lo ha lateralmente)
- La manetta d’armamento curva.
A questo punto bisogna puntualizzare che di carabine Destroyer ne esistono di tre tipi: il primo, fabbricato dalla Gaztañaga y Compañía si caratterizzava per un otturatore molto semplice e con basse lavorazioni, molto simile ad un otturatore per un’arma a canna liscia. Il secondo (oggetto di questa scheda) ha l’impugnatura dritta ripresa sempre dal Mauser 1893 e ha una sola vite nel bocchettone del caricatore. Infine il terzo ha l’impugnatura a pistola e due viti al bocchettone. Ci tengo a puntualizzare che è possibile trovare esemplari con il calcio dritto e due viti, questo perché come da grande tradizione oplofila spagnola non era raro che alcuni pezzi venissero prodotti da società terze subappaltate e successivamente riassemblati, quindi…tutto è possibile!
L’azione, ancora una volta, ripresa dal Mauser 1893 è di tipo “Cock on Closing” di conseguenza avremo un armamento totale dell’otturatore nel momento in cui andremo a chiudere quest’ultimo (come i fucili Lee-Enfield per intenderci). Per estrarlo basta semplicemente mandarlo in apertura allineando i due tenoni di chiusura con gli appositi recessi nel fusto e infine ruotare di 90°.
Lo smontaggio dell’otturatore è quello classico Mauser fatta eccezione per il percussore che è avvitato al nottolino di armamento. L’arma è dotata di un alzo da battaglia a forma di “V” tarato per la distanza di 25/50 metri e di un alzo a foglia abbattibile, tarato (in maniera molto ottimistica) dai 100 ai 700 metri. Il mirino è quello classico Mauser a “Pinna” con sezione triangolare. Nella pala del calcio sinistra si nota l’attacco posteriore per la cinghia di trasporto mentre quello superiore è fissato nella fascetta vicino alla volata dell’arma. I caricatori originali avevano una capacità di 6 cartucce ma è possibile modificare quelli delle 1911 in .38 ACP per renderli compatibili con il bocchettone. Ho citato il .38 ACP non ha caso dato che, negli anni 70 sono state prodotte delle versioni camerate proprio per questo calibro e per il 9 × 19 Parabellum, presumibilmente per il mercato estero.
Parlando di calibri e di cartucce, data la cameratura dell’arma, la Destroyer “potrebbe” sparare un quantità molto variegata di munizioni come il 9 Steyr, 9 mm Parabellum, 9 × 21 IMI, .38 Super, 9 mm Browning Long fino ad arrivare al 9 × 23 Winchester. Tuttavia l’utilizzo di queste munizioni in un esemplare camerato per il 9 × 23 Largo è assolutamente sconsigliato a causa dei picchi pressori che si potrebbero riscontrare in fase di sparo (in particolare con il 9 × 23 Winchester che lavora a pressioni decisamente più alte del 9 Largo). È consigliato quindi, l’utilizzo di munizionamento originale o appositamente ricaricato. Consiglio inoltre di controllare le dimensioni esatte della foratura di canna e della camera di cartuccia. Con un peso di appena 2,8 kg e una lunghezza totale di 100 cm, questa interessante carabina è in grado di esprimere tutte le sue potenzialità fino alla distanza di 100 metri, donando al tiratore grandi soddisfazioni nonostante la sua età.
Ricarica
Data la quasi totale assenza di munizioni originali sul mercato Italiano la ricarica è necessaria se si vuole sparare con questa precisa e squisita carabina! Ricaricare il 9 Largo non è un’impresa difficile. I Bossoli sono facilmente reperibili dalla Starline o si possono utilizzare quelli del 9 Steyr. Le palle sono le classiche 9 mm da 124 Grani e le dosi di polvere sono tranquille e non impegnative. L’unica nota dolente sono i Dies originali che devono essere ordinati (e fatti) appositamente dalla RCBS oppure da CH4D (ad un costo tutt’altro che economico). Per superare il problema di possono utilizzare i Dies del 9 × 23 Winchester o del 9 × 19 Parabellum.
In ultimo, le nostre cartucce calibro 9 × 23 Bergmann-Bayard o “Largo” di produzione Militare Spagnola. Queste in particolare appartengono ad un intero lotto prodotto nell’Arsenale di Palencia nel Giugno del 1945. Da notare le bellissime confezioni originali militari e il prezzo in lire,Segno evidente dell’anzianità di queste munizioni.
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