Nel variegato e sterminato mondo della ricarica è ormai difficile trovare qualcosa di nuovo, almeno a livello di attrezzature, questo piccolo esperimento
potrebbe però suscitare interesse tra gli appassionati di ricarica delle munizioni per fucili a canna liscia.
Niente di particolarmente innovativo, ma abbastanza originale…
La Modifica
Si tratta, sostanzialmente, di una pressa Dillon SL 900, modificata in modo di poter ricaricare utilizzando palle di tipo slug, ( ricordiamo che le munizioni cal 12,20 e 28 a palla unica vanno sempre denunciate indipendente mente dal quantitativo e rientrano nelle 1500 munizioni da caccia detenibili ) utilizzando cartucce nuove ed innescate, anziché pallini e cartucce usate.
Quella in oggetto è approntata per il calibro 12, ma esistono le conversioni per i calibri 20 e 28.
Partiamo dall’inizio: la pressa nasce per la ricarica con pallini in borre contenitore, riutilizzando cartucce usate, che andranno quindi ricalibrate nella parte del fondello metallico, decapsulate e reinnescate. Il bossolo, inoltre, presenterà la stellatura a sei plicche, della cartuccia originale e svolta dallo sparo, e che andrà solo “ripresa” e non propriamente realizzata.
– Per permettere il corretto inserimento della palla slug, è stato realizzato uno spintore, regolabile in altezza e dotato di molla di assestamento, – Il bicchierino centratore è stato spessorato per ottimizzare l’inserimento.
– Lo “stellatore”, che di serie è in materiale plastico e flottante, in modo da autocentrarsi sulle pieghe già esistenti, è stato sostituito con uno metallico e più affilato, in modo da realizzare la prima stellatura sulle cartucce nuove.
– E’ stato realizzata una boccola cilindrica in lega per supportare i fianchi della cartuccia durante la fase di stellatura.
Note
Da qui la necessità di apportare svariate modifiche (non irreversibili) alla macchina:
Tutte le parti relative a rettifica, decapsulazione, reinnesco e dosatura dei pallini sono state asportate.
Dalle prove effettuate la macchina funziona egregiamente sia con palle slug dotate di impennaggio incorporato (tipo brenneke ko, cervo, global, stopper…) che abbiano la parte superiore abbastanza piatta da permettre la chiusura stellare, che con palle sottocalibrate inserite in apposita borra contenitore (tipo Forster o Lyman) con queste ultime si può variare parecchio, utilizzando borre di altezze diverse. Le cartucce da utilizzare sono ovviamente di tipo svasato o fresato che dir si voglia, da evitare quelle cilindriche, nate per l’uso con orlo tondo. Se si vuole ottenere un effetto estetico perfetto si può rifinire la cartuccia con una leggerissima passata con una orlatrice tonda in trapano a colonna, come visibile in foto, ma per l’uso pratico non è strettamente necessario.
Conclusioni
Per chi fosse interessato ad una produzione di cartucce a palla asciutta piuttosto consistente o che non abbia la pazienza o la voglia di ricaricarle una per una con il solo orlatore a bobina, la macchina così modificata darà certo buone soddisfazioni, anche se si tratta di un oggetto dal costi non proprio “popolari”…
La produzione oraria si avvicina a quella dell Dillon 650, da cui deriva la struttura.
I costi delle modifiche sono praticamente inconsistenti, poche decine di euro per una matrice stellare ed un po’ di materiali semilavorati e di ferramenta. Questo a patto di poter effettuare le lavorazioni in proprio… affidandole ad una officina meccanica i costi potrebbero lievitare decisamente.
I prodotti Dillon attualmente sono distribuiti da Armeria Fracassi
Gallery
© 2014 – 2018, Paolo Delfino. Tutti i diritti riservati.
Per pubblicare anche parzialmente questi contenuti è necessario fornire il link alla pagina originale.