Armi Militari

F.N. Browning Grand Puissance 35 (HP35) – Periodo bellico

F.N. - HP35 - Lato Destro

F.N. - HP35 - Lato Destro

UN PO’ DI STORIA

Con i primi anni del primo dopo guerra, spinti dall’ampia ondata di innovazioni in campo armiero, l’esercito francese decise di aggiornare l’arma corta in dotazione, passando dal vecchio revolver Modèle 1892 ad una nuova semiautomatica.Fu così che nel 1921 venne indotta una gara. Furono fissate alcune caratteristiche minime : doveva poter fermare un uomo a 50 metri (per questo venne preferito il calibro 9 mm Parabellum con una canna di almeno 100 mm), una capacita di almeno 7+1 colpi, pesare meno di 850 g, alzo graduato fino a 600 metri, avere un indicatore di colpo in camera di cartuccia. Vi partecipò anche la F.N., che diede incarico a Dieudonné Joseph Saive (l’inventore del FAL) di realizzare il caricatore ed a J. M. Browning (l’ inventore della 1911) di disegnare la pistola. Nacque inizialmente il modello Grand Rendement 1922, che venne però scartato dalla gara, anche se insignito di “miglior progetto”, per alcuni difetti presenti: Il percussore era lanciato; non era presente un avvisatore di colpo in canna; per poterla rimontare, dopo lo smontaggio erano necessarie delle mani forti; non era presente un indicatore sul numero di colpi residui presenti nel caricatore. Browning brevettò comunque questo modello, ma il brevetto venne accettato solo nel 1927, tre mesi dopo la sua morte. Nel frattempo Saive nel 1923 ridisegnò il percussore, rendendolo inerziale con cane esterno; ma anche quest’arma venne respinta. Nel 1928 venne ridisegnato il metodo di smontaggio e reso molto simile alla Colt 1911 visto che erano da poco scaduti i brevetti; venne ridotto il numero di colpi a 13 unità per poter ridurre il peso. Questo modello fu brevettato da Saive come “Browning 1928” in onore al co-progettista. Venne riproposta alla Commission d’Expériences de Versailles, ma puntualmente venne scartata, come tutte le altre contro parti straniere.
Successivamente seguirono altre varianti, con modifiche nella curvatura dell’impugnatura e nella boccola di centraggio della canna, nel 1931 l’arma era praticamente com’è anche ai giorni nostri. Venne presentato, nel 1933, anche un modello in calibro 7.65 Lungo, il nuovo calibro richiesto dalla Commissione di Versailles, ma fu nuovamente scartata.
Nel 1934 la F.N. decise di proporre quest’arma sui mercati, vista la perfezione ormai raggiunta. Fu nel maggio del 1935 che l’esercito Belga acquistò un primo lotto di un migliaio di pezzi di “Grand Puissance 35”, arma con alzo a 500 metri e corredata di calciolo in legno vincolato al dorsalino.
Dopo un piccolo problema sullo zoccolo della canna, dove si verificarono delle rotture a causa delle eccessive sollecitazioni, il disegno della rampa venne modificato e fu un successo. Cina, Perù, Estonia, Lituania la vollero per le loro truppe. Durante il 1940, mentre erano in produzione commesse per gli eserciti di Finlandia e Svezia, gli stabilimenti vennero occupati dalle forze tedesche. La produzione non fu arrestata ma “convertita” per servire le linee della Wehrmacht.

Fondina per la Browning HP35 utilizzata dalla  Wehrmacht.
Fondina per la Browning HP35  – Dettaglio punzone di accettazione WaA.

I tedeschi la codificarono come modello P 640 (b), ovvero Pistola 640 (Belgio).
Nel corso dell’occupazione tedesca ne furono prodotte sostanzialmente 5 varianti, dapprima furono prese le armi finite in attesa di essere spedite, poi furono utilizzati i semilavorati presenti in fabbrica ed infine prodotte completamente. Come spesso capita, man mano che la guerra avanzava e con le conseguenti richieste sempre maggiori di prodotti bellici finiti, si risultava con una costante riduzione della qualità, nelle finiture e, nell’abbandono di tutte quelle componenti non strettamente necessarie al funzionamento dell’arma quali, la brunitura, i trattamenti sui legni delle guancette, le lavorazione sulle guancette, la tacca di mira, l’attacco per il calciolo, la sicura al caricatore. Caratteristiche che negli ultimi esemplari prodotti non sono presenti. Visto il calibro utilizzato le armi furono assegnate all’Esercito per rifornire i soldati della Waffen- SS ed ai paracadutisti.
Ma vediamo di elencare le principali varianti :

Canna della HP35.Si notano i punzoni WaA sul lato sinistro, la matricola è invece riportata su quello opposto.
F.N. – HP35 – Dettaglio matricole.

Una particolarità di quest’arma è nel suo impiego anche dagli alleati durante la Seconda Guerra Mondiale in quanto copie dei disegni ed alcuni esemplari d’armi furono portate nella fabbrica John Inglis in Canada da Saive quando fuggì a Toronto. Qui prese il nome di “High Power 35”.
Dopo la liberazione di Liegi, il 6 settembre 1944, la produzione del modello GP35 continuò per fini commerciali e per poter riarmare il nuovo esercito nazionale, dapprima con modelli identici a quelli di fine produzione tedesca, successivamente furono ripristinate la sicura la caricatore, l’aggancio per il calciolo e l’alzo graduato.
Un arma in produzione anche ai giorni nostri, dopo essere stata ammessa come arma d’ordinanza di molti eserciti, seppur con qualche piccola modifica dettata dai tempi, tipo: la sicura automatica al percussore, la leva della sicura ambidestra, l’estrattore da interno è diventato di tipo esterno, si sono fatti modelli in calibro .40 S&W, modelli compatti e con fusto in alluminio.

TECNICA E FUNZIONAMENTO

Schema del funzionamento del sistema Colt-Browning modificato

La F.N. GP35 è una pistola con chiusura stabile a corto rinculo canna. Subito dopo lo sparo, la canna vincolata al carrello tramite due risalti semicilindrici inizia, contrastata dalla molla di recupero, un movimento retrogrado. La canna è anche vincolata al corpo dell’arma tramite uno zoccolo inclinato che scivola sopra ad un traversino. Ne risulta quindi un duplice movimento retrogrado e verso il basso; nel momento in cui si abbassa al punto che il carrello non risulta più agganciato tramite i due risalti, quest’ultimo continua la sua corsa contrastato solo dalla molla di recupero. Nel suo moto spinge indietro il cane riportandolo in posizione armata, mantiene la presa sul bossolo spento tramite un estrattore a piena lunghezza (di tipo esterno nei modelli post-bellici), facendolo poi scontrare sulla protuberanza dell’espulsore e causando così l’espulsione di quest’ultimo. Raggiunta la fine corsa, il carrello ritorna in chiusura, prelevando un nuovo colpo dal caricatore. Si ricorda che quest’arma fu la prima pistola moderna, in grande calibro, ad utilizzare un caricatore bifilare. Durante il movimento di chiusura, il carrello riaggancia la canna, spingendola in avanti ed in alto fino alla completa chiusura. Nel sistema Browning applicato sulle Colt 1911, rispetto a quello dellaHP35, il movimento della canna non è affidato ad un piano inclinato ma ad una bielletta mobile.

Esploso della FN-Browning HP-35.

Insolito è il sistema di scatto, dove il grilletto quando viene premuto, trasforma il moto su un leveraggio verticale, che agendo su un bilanciere all’interno del carrello, fa abbassare il controcane, costituito da un trapezio. Questo sistema funge anche disconnettore e sicura di carrello chiuso, impedendo lo sparo accidentale nel caso in cui l’arma non sia completamente chiusa. Il cane dopo lo sgancio, spinto da una molla, finisce la sua corsa su un percussore inerziale, il quale va a scaricare la propria energia cinetica sulla capsula della nuova munizione, innescando così un nuovo sparo. L’arma è altresì dotata si una sicura manuale, inseribile solo ad arma armata, ed ha lo scopo di bloccare il carrello in apertura per facilitarne lo smontaggio e blocca il cane in posizione armata ed impedendo al contro cane di muoversi. È anche presente una sicura al caricatore, che blocca lo sgancio del cane nel caso in cui non sia presente, anche vuoto, un caricatore nell’arma. Nei modelli post-bellici è anche presente una sicura automatica al percussore azionata dal bilanciere dello scatto.

Una curiosità, le canne prodotte dalla F.N. dopo il 1963 hanno la canna fatta un due pezzi saldo-brasati assieme all’altezza dello scanso sullo zoccolo .

SMONTAGGIO DA CAMPO

HP35 Particolare del guidamolla con la sfera per bloccare la leva dell hold-open.

Lo smontaggio di quest’arma è decisamente facile, soprattutto se paragonato ad altre armi dell’epoca. Innanzitutto, dopo aver estratto il caricatore ed essersi assicurati che la camera di cartuccia sia vuota, si procede bloccando il carrello in posizione arretrata alzando la sicura e facendola incastrare nell’apposito intaglio presente nel carrello. In questo modo la forza esercitata dalla molla principale di recupero è praticamente annullata. Si procede poi sfilando la leva dell’hold-open, agevolati dalla sporgenza di quest’ultimo sul suo lato destro e dallo scanso sul carrello.
Si abbassa la leva della sicura e sfilare l’assieme canna- carrello in avanti.
A questo punto facendo attenzione si può togliere la molla di recupero con il relativo guida molla ed infine sfilare la canna. Il rimontaggio è altrettanto semplice, si inserisce in sede la canna, si inserisce il guida molla con la relativa molla, si inserisce nelle guide del fusto l’assieme canna-carrello, si blocca in posizione aperta, si inserisce la leva dell’hold-open, forzandola quel tanto basta visto che all’interno della asta guida molla è presente una sfera atta a bloccare l’hold-open in posizione corretta ed a scongiurare possibili uscite accidentali.

Specifiche tecniche

NomeHP-35
Lunghezza arma197 mm
Lunghezza canna119 mm
Peso1 kg
Munizione9 × 19 mm
Calibro9 mm
FunzionamentoSingola azione. Corto rinculo.
Sistema di alimentazioneCaricatori da 13 o 15 colpi.
Range Effettivo50 m
Velocità alla Bocca335 m/s
Anno Progettazione1914–1935
ProgettistaJohn Browning - Dieudonné Saive
ProduttoreF.N. Browning

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Articolo, scritto dall'autore, precedentemente pubblicato sulla rivista "Eterna Vigilanza".

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