Gennadiy Nikonov

Gennadiy Nikolayevich Nikonov
(11.08.1950-14.05.2003)

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Gennadiy Nikolayevich Nikonov

Nato nel 1950 a Izhevsk, entrambi i suoi genitori erano impiegati presso la fabbrica d’armi di Izhevsk, poi Izhmash, ora Kalašnikov Concern. Come per la maggior parte dei suoi coetanei, il futuro di Nikonov si prospetta lineare, con un impiego presso la locale fabbrica d’armi, principale fonte di indotto dell’area. Il giovane Gennadiy si prodiga per far sì che il suo ruolo nella fabbrica non sia quello di banale operaio: a seguito del diploma di scuola tecnica, segue infatti i corsi serali che lo porteranno, nel 1975, a conseguire il titolo di armaiolo, portandolo a lavorare nel dipartimento di sviluppo di nuovi sistemi d’arma.

Il primo riconoscimento ufficiale arriva da una forte ossessione di Nikonov per i fucili d’assalto subacquei, categoria di armi leggere dallo sviluppo seguito praticamente solo dall’Unione Sovietica: il suo primo lavoro, un pacchetto di scatto per fucile subacqueo, gli vale una menzione e segna il vero inizio della sua carriera di progettista.
Nel corso degli anni, sviluppa varie carabine ad aria compressa e alcuni fucili da tiro e da caccia, tra cui la rinomata «Izjubr», una carabina da caccia di lusso, prodotta in serie limitata. La sua carriera lo porta a diventare capo ingegnere per il design di carabine bolt action monocolpo e di armi automatiche, portandolo, a seguito di ulteriori anni di studio, a un dottorato in ingegneria meccanica e ai due progetti che lo renderanno famoso nel campo delle armi militari: la Nikonov LMG, i cui prototipi entrano in produzione nel 1978, e l’AN94, sviluppato a fine anni 80 e pronto nei primi anni 90 per i test volti alla sostituzione dell’attuale ordinanza dell’esercito russo, gli AK-74.
La caduta dell’URSS segna uno stop quasi completo nell’adozione di nuove armi da fuoco da parte dell’esercito russo, relegando quello che durante i test fu considerato come degno successore delle armi di Kalašnikov a ruoli più contenuti, e a un’adozione presso sole unità specializzate; resta ai posteri giudicare il successo a livello tecnico di un progettista instancabile, la cui carriera è stata segnata da innovazioni e progetti di successo, ma anche e soprattutto da una forte vocazione per il lavoro, sia a livello quantitativo, che qualitativo.
Al momento della morte, nel maggio del 2003, lascia due figli e una moglie, Tatiana, anch’essa impiegata presso il dipartimento di sviluppo delle armi leggere di Izhmash.

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