Tra le varianti civili dei moderni fucili d’assalto il SIG550 ed i suoi derivati è sicuramente una delle più rinomate per qualità e precisione. Anche se splendidamente realizzata e rifinita la sua diffusione ha dovuto purtroppo pagare lo scotto del prezzo molto elevato, della scarsità di accessoristica ( ridotta alla sola e poca proprietaria), e della produzione in numeri relativamente bassi.
Il SIG 550 è la variante civile dell’ordinanza svizzera StGw 550 ossia Sturm Gewer 550 che vuol dire fucile d’assalto 550, conosciuto anche StGW 90 o FAss90 dalla denominazione francese Fusil Assult, sviluppato e prodotto dalla SIG oggi divenuta Swiss Arms.
L’ StGw90 è la risposta finale alla necessità di sostituire il precedente SG510 meglio noto come StGw 57 in 7,5×55.
Il passaggio dal genitore a rulli al nuovo sostituto non è stato né diretto né veloce. Il 550 è risultato finale di un evoluzione che è iniziata nei primi anni sessanta dove una collaborazione tra SIG e Beretta da vita al SIG Sturm
Gewer 530 abbreviato in SG 530 in calibro 5,56×45. L’arma risulta un sistema ibrido che mantiene la chiusura a rulli del precedente SG510 con l’aggiunta di una presa gas ed un pistone. L’arma estremamente costosa
finisce per essere un fiasco commerciale e, la collaborazione tra le due aziende pochi anni dopo essere cominciata finisce. Da questa scissione la Beretta continuerà a lavorare sul progetto ricavandone l’AR70 mentre la casa svizzera lo cancellerà in favore del successivo SG540.
Il 540 abbandonerà definitivamente il
costoso e complesso sistema a rulli per adottare il più funzionale e resistente sistema ad otturatore rotante del sistema AK migliorandolo con un sistema di regolazione del gas. A differenza del predecessore il 540 (
prodotto anche in 7,62×51 con la denominazione di SG542) riscuoterà maggiori consensi sostituendo l’SG510 nel ’83, venendo poi adottato da un discreto numero di nazioni estere tra cui la Francia, che ne avrà la licenza di produzione tramite la Manurhin.
Solo verso la metà degli anni ’80 L’SG 540 subisce dei cambiamenti arrivando cosi finalmente al SG 550. Tra le varie evoluzioni vi sono la presenza del selettore di fuoco con 3 modalità: colpo singolo, raffica 3 colpi e raffica continua; un robusto ed ergonomico calciolo reclinabile sul lato destro che non interferisce con il funzionamento dell’arma ed un sostanziale miglioramento del sistema di presa gas e del pistone. Sono state migliorate le mire ridisegnandole ed aggiungendo i riferimenti notturni, i caricatori divengono polimerici semitrasparenti per aver un controllo visivo del numero dei colpi e si possono unire assieme tramite punti di aggancio rapido. A metà anni 80 l’SG550 arriva alla sua forma definitiva iniziando la produzione entrato ufficialmente in servizio nel 1990 prenderà il nome di STGW90.
I dati tecnici e dei test del sig 550
L’StGw90, o FAss90 che dir si voglia definito scherzosamente la Rolls Roice degli AK è l’unica variante di questa piattaforma ad essere ufficialmente citata come tale nel testo “The AK Rifle” di Joe Poyer.
Le similitudini strutturali con il progetto russo sono evidenti nell’otturatore, nel porta otturatore, nella posizione della manetta di armamento reciprocante come anche nel sistema di aggancio del caricatore ma per il resto si tratta di un arma completamente ridisegnata e riprogettata.
I receiver sono in lamiera stampata, bloccati da due perni a sgancio rapido che ricordano la soluzione del sistema AR-15. Una volta rimossi si può separare il receiver inferiore in cui trova pacchetto di scatto ed il bocchettone da quello superiore che comprende la canna il gruppo otturatore-porta otturatore il pistone e la molla di riarmo. Il pistone è vincolato al porta otturatore dalla manetta di armamento tenuta in sede da una levetta a molla. Rimossa questa si sfila il
Il guardamano comprende un bipiede ripiegabile a basso profilo, separabile dall’arma solo dopo aver separato i due receiver.
La mira frontale protetta da un tunnel presenta un inserto abbattibile che contiene il riferimento notturno, quella posteriore a tamburo è regolabile e ricorda un po’ quella del sistema HK dei G3 Le varie distanze sono segante da dei fori pretarati che fungono da diottra per le distanze 200 300 e 400 metri, tranne quello dei 100 metri, formato da una doppia tacca di mira con una parte più fine per la mira metallica diurna e da una più larga dotata di riferimenti notturni quando il palo frontale notturno è alzato. Piccola nota folcloristica: nell’ultima versione del coltellino d’ordinanza è stata inserita la chiave per regolare le mire.
Lo sgancio del caricatore è nel classico stile Ak. E’ stato aggiunto un bolt catch che mantiene l’otturatore in apertura sparato l’ultimo colpo, disinseribile tramite una piccola leva laterale raggiungibile col pollice al momento dell’inserimento del nuovo caricatore. Il ponticello del grilletto in lamiera è ripiegabile a destra o sinistra per l’uso invernale con guanti pesanti.
L’impugnatura polimerica è apribile da sotto per riporre un piccolo kit di pulizia. Il selettore di fuoco è ambidestro.
Sulla parte superiore del receiver è previsto un attacco a coda di rondine per fissare o la sua ottica Hensoldt proprietaria oppure per fissare una slitta picatinny.
Non propriamente semplice come concezione e tanto meno come realizzazione il fissaggio di ottiche e rail è garantito da un blocchetto trapezoidale a coda di rondine in cui si inserisce un estremità dell’ottica, o della slitta, ed da un recesso nella base della diottra posteriore in cui va a puntarsi una spina che ruotando un piccolo dado si allunga mettendo in tensione il tutto e spingendo la base dell’ottica contro il blocchetto a coda di rondine. La vite va poi bloccata con un grano.
La finitura esterna è una verniciatura ad alta resistenza di colore grigio medio satinato che unita al verde delle parti polimeriche è divenuta una caratteristica distintiva di queste armi.
Le varianti
Della piattaforma 550 sono state previste molte varianti sia civili che militari; alcune delle quali hanno subito subito modifiche e miglioramenti mentre altre rimpiazzate non sono più prodotte. Altre sono rimaste praticamente quasi solo sulla carta.
-SIG SG551
Dopo la versione base dell’ StGw90 venne sviluppata versione carabina chiamata SG551.
Di fatto si tratta di un 550 con canna da 363 mm sistema pistone accorciato per
adattarsi alla nuova misura, guardamano accorciato e privato del bipiede. Su questo modello viene a mancare la possibilità di usare lanciagranate e baionetta. Del 551 sono poi state sviluppate ulteriori varianti come la SG551-1P per usi law enforcement dotato di un poggia guancia fisso applicato al calciolo ed un ottica Hensold 6×42 BL, la SG551 SWAT dotata di interfacce e rail picatinny per il montaggio modulare di accessori. Ultima è la variante SG551 LB ( long barrel) che presenta una canna da 454 mm rendendo cosi possibile il montaggio di baionetta ed uso di granate.
-SIG SG552 Commando
Ulteriore variante con canna da 226 mm, guardamano ulteriormente accorciato e con fori di ventilazione. Vista la lunghezza di canna il sistema di riarmo viene modificato spostandolo all’interno del receiver. Lo spegnifiamma solidale lascia posto ad uno spegni fiamma a 3 proni amovibile. Le parti polimeriche passano da verdi a nere. Anche di questo viene realizzata la versione 552 LB con una canna da 346 mm per baionetta e granate.
-SIG SG 553
In pratica una versione migliorata del 552 con una canna da 339 mm. Il sistema di riarmo torna all’impianto originario del progetto 550 con la molla attorno all’asta del pistone. Del 553 sono proposte 4 varianti: a 553 base, la 553 AL con una slitta picatinny superiore e le mire abbattibili, la 553 R in 7,62×39 con slitta superiore, mire abbattibili canna più lunga che impiega i caricatori AK; ed infine la 553 pistol, priva di spegnifiamma, e senza calciolo. Anche del 553 fu prevista una versione LB con canna da 347 mm per impiego baionetta e lanciagranate
-SIG SG 550 SNIPER
Altra variante con cospicue modifiche è la 550 Sniper. Variante che di fatto non ha mai avuto un effettiva adozione ufficiale da parte di forze armate ma ha visto solo sporadiche richieste da parte di forze di polizia od impiego nel settore civile sportivo. Realizzata quindi su specifiche del richiedente di volta in volta si possono trovare esemplari con ottiche od accessori diversi dal progetto iniziale senza che siano per forza accrocchi realizzati in un secondo tempo.
Il 550 sniper nasceva in sola modalità semiautomatica, dotata di una canna pesante da 650 mm priva di spegnifiamma e dispositivo per il lancio di granate. Gli organi di mira sono assenti visto l’impiego di un ottica fissata al receiver tramite l’attacco proprietario. Il leggero bipiede ripiegabile del 550 è sostituito da uno pesante basculante e regolabile in altezza vincolato al guardamano inferiore. L’impugnatura è sostituita da una ergonomica regolabile mentre il calciolo è sostituito da un modello con poggia guancia e poggia spalla regolabile. Lo scatto viene sostituito da uno più adatto in 2 tempi accuratizzato.
-SIG SG 751
Più recente è la realizzazione del modello in 7,62×51 identificato come SG751 prodotti in diverse lunghezze di canna ed allestimenti.
Varianti Civili
Parallelamente allo sviluppo militare la SIG iniziò molto presto ad offrire delle varianti realizzate appositamente per il mercato civile.
Bene o male tutti modelli sono stati previsti nella versione sportiva con la denominazione SG 55X SP sia con canne nella rigatura originaria 1:10 che che in rigatura 1:7 pensata prevalentemente per i mercati stranieri in cui non si potevano reperire le munizioni svizzere GP90. Per il mercato civile interno la variante nata in solo modo semiautomatico era identificata definita PE90.
Escluse le modifiche per rendere impossibile montare i componenti militari e quindi ripristinare funzionamento a raffica le varianti PE, o SP a seconda del mercato a cui eran destinate sono la copia esatta di quelle militari per caratteristiche tecniche, finiture materiali, e trattamenti. Col tempo sono poi stati affiancati al classico grigioverde il colore nero e quello sabbia per una maggiore offerta commerciale.
Altre varianti civili esistenti sono quelle uscite sotto il marchio SAN SWISS ARMS; realizzate per rispondere alle normative di alcuni paesi europei come la Germania riguardo le armi di derivazione militare. Caratterizzate da un look più politically correct e dall’assenza di alcuni elementi tipo gli spegnifiamma erano previsti in tutta una serie di colori più o meno sgargianti oltre che il classico nero. Facevano parte di questa serie gli SPORT EUROPE 1 e 2 in livrea nera e scritte dorate ( rispettivamente la
versione sport del 550 e del 551) importati in Italia da Bignami.
Un caso parte è quello del SIG556 realizzato dalla SIG SAUER USA per il mercato civile americano, viene assemblata in loco e prevede caricatori STANAG oltre diversi allestimenti per lunghezza di canna calcio etc che rispondano alle normative usa sugli SBR. Della versione usa è stata realizzata anche una versione in 7,62×39 che abbiamo potuto testare allo SHOT Show 2012 .
Altre varianti sono poi state realizzate in calibro 22LR con ovvi e necessari cambiamenti meccanici.
Un appunto a parte meritano i modelli di STGW90 “privatizzati“ provenienti dal mercato svizzero. Come da annosa tradizione svizzera alla fine del servizio i cittadini possono richiedere la privatizzazione della propria arma. L’arma viene registrata come privatizzata e vi viene apposto un apposito punzone “P” che ne attesta la privatizzazione ( da non confondersi con la sigla PE che identifica quelli nati civili). In caso l’arma di ui viene richiesta la privatizzazione presenti funzionamento a raffica come appunto gli STGW90 o gli STGW 510 la meccanica viene modificata per
garantire il solo funzionamento semiautomatico. Quest’arma è a tutti gli effetti per la normativa italiana un arma demilitarizzata e come tale deve sottostare alle prescrizioni riguardo la normativa sulla demilitarizzazione della circolare del 2002 (calciolo bloccato in apertura, caricatori max 5 colpi etc etc). Spesso queste armi hanno prestato servizio per molti anni, come arma d’ordinanza e sono spesso state destinate alle strutture sportive di tiro.
In Entrambi i casi in Svizzera le armi
Un ultimo cenno a quella che più che una variante è una curiosità: il kit di conversione a CO2 per il tiro indoor prodotto da SIG .
Denominazioni commerciali
Spesso si legge non poca confusione riguardo le numerose denominazioni con cui sono state indicate le numerose varianti prodotte specialmente nelle passate fasi di catalogazione o dell’attuale classificazione. A complicare le cose si aggiunge il fatto che negli anni vi sono stati numerosi fucili riarsenalizzati o ricondizionati: specialmente negli ultimi periodi prima che la SIG divenisse Swiss Arms le armi ordinate venivano assemblate impiegando molti componenti in magazzino quindi si sono viste foto di armi che presentano lower civili con upper che presentano le sigle militari o che sono stati modificati.
SIG SG550: denominazione assegnata alle produzioni destinate all’esportazione, potevano avere pacchetti di scatto a 2 o 3 modalità di fuoco a seconda della richiesta.
StGW90 – FAss90: denominazione data alla produzione destinata all’esercito svizzero, a volte si trova anche indicato come STGW550 o FASS 550, nasce in modalità di fuoco a raffica.
SIG SG550 SP: denominazione data alle varianti civili nate in sola modalità automatica per il mercato estero
PE 90: denominazione data alle varianti civili nate in sola modalità semi auto per il mercato civile svizzero
SAN SWISS ARMS SPORT EUROPE: la produzione sportiva per rispettare lenormative di alcuni paesi riguardo le armi di derivazione militare
STGW90 P: la lettera P indica la privatizzazione, di fatto sono gli unici modelli ex ordinanza che esitano , sono demilitarizzate e devono rispettare tutte le norme italianea riguardo
Il 5,56 alla svizzera
Sino ad ora si è parlato del StGw90 e dei suoi predecessori in 5,56×45 ma vale la pena spendere qualche parola sulla munizione svizzera che è chiamata 5,6.
Dire 5,6 è come dire cal 22; di per sé è un termine generico per definire una famiglia di calibri con il medesimo diametro di palla, un po’ come dire “le munizioni calibro 22”; definizione che comprende numerosi calibri assai diversi tra loro come il 22 LR, il .222 il .223 e molti altri.
Nel caso specifico delle munizioni svizzere il termine 5,6 è solo un arrotondamento dimensionale usato per convenzione dall’esercito svizzero ma la palla resta sempre una 5,56 con diametro reale compreso tra i 5,68 e 5,70 mm .
La munizione svizzera attuale è identificata con la sigla 5,6mm Gw Pat 90 ossia 5,6 mm Gewer Patrone 90.
La GP90 che ha sostituito la precedente GP82 (derivata a suo tempo direttamente dalla 5,56 m193) è stata studiata ed ottimizzata per il fucile StGW90; monta una palla del peso di 63 grani di tipo FMJ, un nucleo in piombo privo di inserti in metallo duro. La blindatura inizialmente in ferro nichelato fu sostituita a causa della precoce usura delle canne con una blindatura in ottone (tombak) ad alto spessore. La base della palla è stata sigillata con un inserto in rame in modo da non lasciare scoperto il nucleo in piombo.
Attualmente prodotta dalla RUAG Ammotech in 3 varianti: la normale FMJ, la tracciante e la versione a salve.
LA 5,6mm GP90 Nonostante il nome è quindi assolutamente intercambiabile con la 5,56×45 e con il 223 Remington ed è realizzata rispettando le specifiche C.I.P di quest’ultimo.
Quindi sebbene non vi siano controindicazioni a livello di sicurezza o di rischi nell’impiego di munizioni 5,56 negli StGW550 o viceversa usando munizioni 5,6 GP90 in armi camerate in 5,56×45 si potranno avere risultati deludenti in quanto a precisione dato che la munizione svizzera impiega una palla con profilo e caratteristiche balistiche ottimizzate per le canne con passo di rigatura 1:10 rendendola poco performante in armi che presentino la classica rigatura 1:7. Viceversa le classiche munizioni in 5,56 sebbene il peso di palla sia pressohè identico ma che danno scarsi risultati nelle canne degli STGW90. Ecco perché le versioni civili SG550 SP dedicate all’export presentavano canne con la rigatura classica 1:7. Per essere precisi la variante SAN SWIS Sport Europe 1 presentava la rigatura originale richiedendo munizioni con palla leggera per avere buoni risultati.
Esiste inoltre un altra munizione sempre prodotta dalla ruad che monta palla da 69grani tipo hpbt dedicata al tiro di precisione ed alle competizioni.
Sia le GP90 con palla fmj che la catuccia con palla da 69 hpbt sono presenti sul nostro mercato civile nelle classiche confezioni da 50 colpi suddivisi in 5 strip plastiche da 10
colpi cadauna.non sono purtroppo né particolarmente economiche ne molto diffuse nelle armiere. Per utilizzare le strip di caricamento è necessario l’apposito adattatore per i caricatori del SIG550.
I modelli confrontati
Come detto precedentemente si tratta fondamentalmente della stessa arma di
base con differenze di varia natura in alcuni componenti.
A saltare subito all’occhio è la differente lunghezza di canna tra 551 e 553. Sebbene quest’ultima sia di poco superiore a quella del 551 viene
enfatizzata dal guardamano molto corto mutuato dalla versione 552 ( del quale mantiene anche i fori di raffreddamento). In entrambi casi lo spegnifiamma è ricavato per tornitura dalla canna stessa e quindi non amovibile, il 553 presenta inoltre l’anello che originariamente nella variante militare sarebbe servito ad eventuali sistemi di lancio granate.
Rispetto al 551, sul quale è stata istallata la slitta picatinny superiore della B&T, sulla parte superiore del 553 è presente una slitta basso profilo saldata direttamente al reciver con una diottra abbattibile a scomparsa, la mira frontale del 553 anch’essa abbattibile non presenta il tunnel di protezione. Altra piccola differenza è un secondo anello per la cinghia presente sulla destra della slitta del 553 assente invece nel 551. E’ chiaro che nel caso del 553 le mire sono state concepite solo e soltanto con u backup estremo.
Passando al 550-1 Sniper le differenze sono più sostanziose. Le parti polimeriche sono tutte di colore nero e non verdi, mentre le parti metalliche presentano la medesima finitura
grigiastra. Non si può non notare la differenza della canna più lunga e priva di spegnifiamma e del classico anello di tenuta per granate. La presenza di una calciatura regolabile in lunghezza, in altezza ed anche nella posizione del poggia spalla rende inequivocabile la natura dell’arma.
Anche l’impugnatura standard lascia il posto ad una anatomica con poggiamano regolabile. Lo scatto gia di per se molto valido su
Sulla parte frontale del guardamano inferiore è istallato il bipiede basculante proprietario.
Per rimuoverlo è necessario smontare il guardamano cosa fattibile solo dopo aver separato i 2 receiver. L’arma risulta priva di mire metalliche che sarebbero del tutto inutili vista la presenza dell’ottica; in questo caso una Zeiss 2.5-10×52 con l’adattatore per montarla sulla slitta originale mono matricola con l’arma. L’ottica originariamente prevista dalla SIG era un Henoldt ma come gia accennato gli allestimenti di questo modello erano fatti su richiesta.
Tutte e tre le armi sono di fatto la stessa base, gli upper risultano tutti intercambiabili come molte parti sono compatibili.
Anche lo smontaggio è fondamentalmente lo stesso e non presenta particolari difficoltà.
Dopo aver controllato che l’arma sia scarica si comincia ad aprire i due
perni che uniscono i receiver e separando l’upper dal lower.
Prendendo l’upper sarà possibile smontare i 2 gusci del guardamano sfilandoli dalla sede .
Il passo successivo è sganciare la manetta di armamento e sfilarla dalla sede sede per poter poi estrarre il porta otturatore e l’otturatore.
Azionando la regolazione frontale sul blocco presa gas si sblocca e si può estrarre frontalmente il pistone la sua asta di armamento, il tubo in cui scorrono e la molla di riarmo.
A questo punto risulta possibile pulire accuratamente tutti componenti dell’arma.
Tutte le operazioni sono comunque ben illustrate sul manuale.
Al momento in cui scriviamo queste righe non avevamo ancora la disponibilità di un PE90 e non ci è stato possibile rintracciare uno dei rarissimi esemplari di 552 importati e bancati in Italia appena caduto il catalogo e prima che bloccassero le armi corte in 223. Appena ci capiterà la possibilità di averli sotto mano cercheremo di implementare il materiale fotografico.
In conclusione si può parlare della
piattaforma SIG550 molto bene, è un arma ben studiata, ben realizzata, con cura nei particolari e nei dettagli, ha una buona ergonomia ed una precisione davvero considerevole. Un arma pensata e realizzata con la mentalità elvetica che ha sempre caratterizzato le armi svizzere: meccanicamente eccellenti, ben realizzate, precise sia nell’impiego militare che sportivo, fatte e pensate nell’ottica dell’utilizzo
nazionale , quindi in numero contenuto e decisamente costose e con tutti parti proprietario. Sono un po’ le caratteristiche che sono il bello ed il brutto delle armi svizzere di ieri e di oggi. L’attuale disponibilità sul mercato civile italiano è piuttosto limitata e i prezzi sono piuttosto elevati specialmente per alcuni modelli come in 551. Questi ultimi dopo un assenza di alcuni anni hanno pare ritrovato un canale di importazione con la Nuova Jager assieme ai fratelli più lunghi.
Nell’impiego “ludico” e sportivo i SIG550 possono dare ampie soddisfazioni, specialmente se alimentati da una ricarica adeguata possono dare risultati davvero notevoli di precisione anche con canne piuttosto corte meritando appieno la fama che hanno raggiunto.
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