La fusione domestica ci permette di ottenere l’ogiva adatta a soddisfare le nostre esigenze oppure a sopperire alle mancanze del mercato per quanto concerne calibri obsoleti o non prodotti commercialmente oppure tipi e grammature di palla inusuali ; in questi casi non è più un optional ma diviene una questione di necessità.
Se l’obiettivo è ottenere una buona palla in lega conviene scordarsi l’uso di materiali scadenti o materiali occasionali di recupero dei quali non si conosce l’esatta composizione e soprattutto con i quali sarà IMPOSSIBILE avere una costanza nelle caratteristiche del prodotto. Insomma, con robaccia si ottiene solo robaccia che darà prestazioni scadenti ed in oltre comportrà problematiche ed inconvenienti correlati. Questa via resta quella adatta solo se l’obiettivo è avere tante palle.. ma di scarsissima qualità….. cosa che poi è anche relativamente conveniente dato che si trovano già sul mercato prodotti similari a prezzi molto invitanti. Visto che ci piace pensare che chi intraprende questa non facilissima ma affascinante attività lo faccia non solo con lo scopo di risparmiare ma per necessità di avere un prodotto ben preciso, di una certa qualità e con una certa prestazione cominciamo ad affrontare il discorso dalle basi.
Quindi ,la fusione dei metalli non è una materia empirica che dà spazio a improvvisazione, chi fonde le palle in casa non è un’alchimista ma una persona che dovrebbe avere le conoscenze metallurgiche necessarie per ottenere un prodotto efficace e di sicuro maneggio.
Innanzitutto le leghe a base di piombo si dividono in due famiglie
- Quelle binarie composte da due metalli; formate da piombo ed antimonio, risultano di durezza Brinell minore ( da 8 sino a circa un 10 gradi) impiegate principalmente nelle canne lisce.
- Quelle ternarie composte da tre metalli; composte da piombo, stagno ed antimonio, risultano di durezza Brinnel maggiore (da di 14 fino ai 20-22 gradi) e sono impiegate principalmente nelle canne rigate.
Tale classificazione è più di carattere teorico che reale in quanto si riferisce ai componenti principali come se fossero puri; mentre nella realtà ci sarà sempre la presenza di altri metalli detti anche inquinanti ma nell’ordine di percentuali così piccole che dal punto di vista pratico non cambiano le caratteristiche meccaniche della lega. Possono anche essere presenti altri metalli, per esempio il rame ma in quantità talmente basse ( non oltre l’1%) da non risultare influenti.
Diamo un’occhiata ora ai tre elementi che compongono quest’ultimo tipo di lega che trova forse un maggiore tipo di impiego partendo dall’elemento principale.
Lo Stagno simbolo chimico Sn , è metallo di colore argento chiaro, di peso specifico di 7.3 Kg/l, fonde alla temperatura di circa 230 C°. Esso contribuisce all’aumento della durezza ed è solubilizzante e legante. La sua presenza da un lato aiuta e rafforza l’intima unione tra i metalli che formano la nostra lega ma dall’altro abbassa inesorabilmente la temperatura di fusione.
L’ Antimonio simbolo chimico Sb, e anch’esso un metallo di colore grigio argento di peso specifico di 6.7 Kg/l, fonde alla temperatura di 630 C ° circa, il suo scopo principale nella lega è quello di aumentarne la durezza ed innalzarne il punto di fusione.
E’ quindi indiscutibile che le percentuali dei tre componenti principali siano fondamentali per determinare le caratteristiche ottimali delle palle si andranno ad ottenere.
Gli aspetti di durezza e temperatura di fusione sono molto importanti soprattutto per lo scopo finale della nostra ogiva: essere sparata dall’arma ed arrivare sul bersaglio con precisione.
Per questo la corretta quantità e soprattutto il corretto numero di metalli presenti nella lega sono FONDAMENTALI come anche il determinare se sia preferibile orientarsi su di una lega ternaria o su di una lega binaria.
Nella prossima parte daremo un’occhiata alle attrezzature necessarie alla fusione, stampaggio e trafilatura assieme ad un breve accenno alle precauzioni necessarie.
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