Introduzione
Il primo contatto fisico con il .300AAC o .300 Blackout o, riportato in misure metriche il 7,62 × 35 mm che dir si voglia lo abbiamo avuto in una polverosa piazzola di tiro nel deserto dell’Arizona in occasione dello Shot Show 2012, in cui la maggior parte dei produttori presentava il proprio modello in questo calibro.
Da allora le richieste ad importatori e distributori per averne sono state molteplici e piuttosto infruttuose.
Solo recentemente in molti listini sono apparse alcune proposte, e solo ancor più recentemente sono state confermate le imminenti importazioni di conversioni e carabine ed hanno visto la luce i primi assemblati made in Italy.
In attesa di provare alcune promettenti conversioni per carabina in consegna dopo la pausa estiva, molto interessante era questa conversione pistola assemblata da Nuova Jager.
Le conversioni….queste sconosciute
Apparse dopo la caduta del non compianto Catalogo Nazionale, le conversioni rappresentano un’interessantissima opzione all’acquisto di una nuova arma. Per chi non lo sapesse, ricordiamo che le conversioni:
- non fanno numero al fine dei limiti di detenzione
- devono essere denunciate nelle modalità e tempi previsti dalla normativa vigente
- possono essere di calibro diverso da quello dell’arma su cui si montano
E, cosa più importante in assoluto:
Devono rispecchiare la tipologia di arma su cui vengono montate
Ossia su di un’ arma lunga si può montare solamente una conversine che abbia una canna uguale o superiore ai 301 millimetri, mentre su di un’ arma corta si potrà montare una canna di massimo 300 millimetri. Diversamente trasformerebbe l’ arma da lunga in corta e viceversa, con il reato di alterazione d’arma .
Purtroppo in Italia i modelli di AR-15 “pistola” su cui montare questa conversione si contano a stento sulle dita di una mano, compresi i modelli classificati recentemente e non ancora in circolazione. Di fatto, gli unici sono i fantomatici K23B Stubby della Olympic Arms, e, l’arma completa proposta ora da Nuova Jager.
Fatte le debite considerazioni su questo “piccolo ” dettaglio val la pena notare che il costo di una conversione difficilmente supera il 50% – 60% di un’ arma completa, e, la comodità di avere configurazioni diverse già pronte non è per nulla da sottovalutare.
Uno sguardo da vicino
La conversione è assemblata impiegando sia componenti di fabbricazione italiana che americana.
La canna di produzione nostrana è rotomartellata, ha un profilo bull, rigatura passo 1:10. Camera e rigatura sono ben fatte e senza segni di lavorazione, l’esterno fosfatato opaco risulta meno rifinito, specie in prossimità della volata i segni di tornitura diventano piuttosto grossolani. Nella stessa posizione sono apposti i punzoni del Banco ed i segni distintivi del produttore impressi piuttosto grossolanamente con una marcatrice a punti.
Il filetto in volata è 5/8×24 standard degli AR in calibro .30 e 6.8, su cui è fissato con del frenafiletti uno spegnifiamma/compensatore fosfatato di buona realizzazione marchiato Nuova Jager.
Il gas block block low profile di produzione nostrana, ha finitura fosfatata e risulta ben fatto. É tenuto in posizione da 2 grani. Sulla canna è montato un Barrel extension di produzione americana con trattamento superficiale al titanio, (per inderci quelli dorati). Il receiver di produzione anchesso americana è forigato della Cerro Forge con la classica finitura nera opaca, viene fornito completo di sportellino e forward assist. Purtroppo sul nostro esemplare abbiamo riscontrato un malfunzionamento sul forward assist il cui dente sfregava contro recessi del bolt carrier anche senza premerlo, ed in pratica si chiudeva l’arma e non si riapriva più se non con un generoso colpo alla manetta di armamento.
Il problema è non si è risolto sostituendo gruppo porta otturatore sia con un Olympic Arms, che un Bushmaster od un Armalite nè di un Luvo. Sostituito il forward assist con un altro il malfunzionamento è sparito…….
La canna è fissata dal barrel nut proprietario del guardamano.
Quest’ultimo in alluminio di buona fattura e buona finitura si fissa al ad esso con 2 viti nella parte inferiore.
Il guarda mano viene fornito con un set di slitte Picatinny e relative viti per fissarle nelle posizioni che si preferisce in base alle proprie esigenze. A nostro parere se fosse stato lungo 7 pollici come la canna arrivando a coprirla tutta sarebbe stato più comodo da impugnare. Non fanno parte della conversione manetta di armamento e gruppo otturatore-portaotturatore portando cosi la conversione alla definizione di canna con receiver di ricambio…. Al di la delle questioni lessicali ci han detto che essendo le stesse del .223 su cui si presume si monterà il tutto sono state ritenute necessarie…. giustificazione che ci ha lasciato un poco perplessi. Sebbene sia vero che sono compatibili tra loro più volte abbiamo avuto conferma da produttori ed assemblatori americani che in realtà mischiare canne ed otturatori diversi e con diversi stadi di usura dovuta all’utilizzo sia comunque una cosa da non fare con leggerezza. Ad onor del vero tutti hanno ammesso che il problema è più teorico che pratico, e che non ci sono notizie di problemi reali a riguardo, e semmai può insorgere accoppiando elementi nuovi con altri che hanno alle spalle numeri di colpi molto elevati e quindi un usura piuttosto alta; ma comunque è bene saperlo. Per essere sicuri hanno sempre consigliato un test di head space. Nel caso di armi con vite operative limitate colpi Il problema di fatto è teoricamente inesistente. Chi volesse togliersi ogni scrupolo puo procurarsi un set di calibri head space go-no go ed eventualmente fild ed eseguire la prova. Abbiam provato ad accoppiare la conversione con lower, otturatori e porta otturatori di vari marchi americani e non ha dato alcun problema. Preferiamo invece tenere il dubbio della verifica di volta in volta sulla totale compatibilità con lower Norinco per la loro “non perfetta continuità di tolleranze” o di altri prodotti non sempre perfettamente a quote americane come Oberland, Smeisser etc.
L’alimentazione è stata ineccepibile sia con caricatori Magpul, sia con i loro cloni tedeschi G-Mag (se il lower gli accetta), e con i normali caricatori in alluminio americani.
Brevi cenni sul calibro
Ultimamente si parla abbastanza del .300, chi lo definisce una fesseria, chi una genialata, chi solo un’ operazione commerciale che ha riciclato roba vecchia dal cassetto, chi lo vede frutto di una scorretta scopiazzatura del lavoro di altri etc etc …
Disamine di questo tipo, o, sul senso di una sua adozione operativa o sulla sua validità in tali frangenti, non essendo la nostra non esperienza a riguardo sufficiente a non scrivere cavolate non sono lo scopo di questo articolo.
Il .300AAC è la soluzione al tentativo di portare nella piattaforma AR-15 un calibro per utilizzo a corto raggio, facilmente silenziabile, con un alto potere di arresto, e che lavorasse bene su canne molto corte. Il candidato ideale sarebbe stato ovviamente il russo 7.62×39 ma l’elevata conicità del bossolo incompatibile coi caricatori, il fondello diverso che necessitava di una modifica all’otturatore e soprattutto la palla trafilata a .311 anziché lo standard americano del calibro .30 non consentito l’uso di parti standard con relativi costi ridotti. La risposta è stata quella di accorciare un .223 e ricollettarlo in calibro .30, ottenenendo una cartuccia di per se quasi sovrapponibile al già esistente .300 Whisper, ma che lavora a pressioni leggermente superiori, adatta a palle che vanno dai 110 ai 220 grani lavorando quindi a regimi supersonici e subsonici in base al tipo di palla risultando estremamente versatile.
Prova a fuoco
La mancanza di caricamenti commerciali ci ha obbligato a ricaricare e la temporanea mancanza di bossoli in questo calibro ci ha costretto ad ottenerli modificando dei .223 Remington.
Abbiam testato delle cariche allestite con palla da 145 e 155 grani FMJBT e delle cariche con palla da 175 HPBT, per le cariche abbiam impiegato polvere H110, una delle piú gettonate, e dei comuni inneschi CCI small rifle.
Abbiam ricavato i bossoli partendo da dei Privi Partizan tagliandoli e formandoli con un die full length della Hornady, l’AOL delle palle blindate è dato dal solco di crimpaggio, mentre per le 175 abbiam tenuto i dati del manuale. In entrambi i casi abbiam comunque verificato che i colpi si inserissero senza problemi nei caricatori.
Una passata nel factory crimp della lee ha completato la cartuccia.
Tratteremo comunque la questione ricarica in maniera più dettagliata in un articolo a parte.
Prima della prova sul campo abbiamo comunque cambiato il loock della conversione, abbiam smontato l’handguard di serie ed il suo barrel nut per montarne uno standard ed istallato un handguard Magpull MOE, frontalmente abbiamo istallato un compensatore a camera fornitoci in anteprima da un produttore italiano in prova. Non essendo una configurazione standard si è dovuto aggiungere uno speciale handguard cap per tenere ferme forntalmente le plastiche. Un punto rosso sul flat top ha completato l’opera.
Le prove a fuoco non hanno dato nessun problema sia con le pallemda 145-150-155 che con le palle da 175. Le dosi di polvere hanno coclato tutte bene ma il funzionamento era migliore con quelle un pelo piú alte. Abbiam fatto la prova in imbracciata a distanze che vanno da 15 ai 25 metri e mirando con un po di calma si ottengono dei raggruppamenti come in una moneta da 2 euro.
In fuco molto rapido a 25 metri si è ottenuta una rosata larga come una mano.
La risposta allo sparo è molto gestibile e non secca specie con le palle pesanti molto divertente e gestibile senza particolare impegno. L’espulsione dei bossoli è costante e vigorosa ma non provoca ammaccature anomale.
Il compensatore a camera ha fatto bene il suo lavoro e non ci sono stati problemi di fiammate o vampe alla bocca ed il rumore non era per nulla fastidioso anche con semplici tappi di protezione usa e getta. La possibilità di doppiare colpi e di avre un brandeggio molto rapido sono davvero notevoli e possono dare grosse soddisfazioni in un ambito di tiro dinamico.
Conclusioni
Nonostante il funzionamento non abbia dato nessun problema, e la buona fattura di alcune partinfondamentali non si puo dire di aver per le mani un prodotto perfetto….
Innanzitutto visto l’esiguo numero di pezzi con cui è assemblata ci ha un po stupito trovare un difetto nel assemblaggio del forward assist come quello riscontrato. Ci vien da chiederci se lo han provato e come, o se certi componenti sono stati assemblati dopo averla provata e bancata. Continuiamo con le lavorazioni piuttosto grossolane su alcuni elementi.
Infine, la mancanza di manetta, otturatore e porta otturatore; specie se si considera il prezzo di vendita e che son incluse in conversioni di altri marchi, é un elemento non passa inosservato.
Nota folcloristica, queste righe le avevamo scritte riferendoci comunicati ai primi di luglio e pubblicati sul sito sino alla metà dello stesso mese. Controllando ora per scrupolo abbiamo visto che sono aumentati di circa 90 euro…. Sempre senza otturatore e porta otturatore, il che ci lascia un pó (tanto) perplessi…..
A suo vantaggio possiamo invece dire che per ora è l’unica conversione pistol disponibile in questo calibro, costa poco più di un terzo dell’arma completa proposta dal produttore, come per tutti gli AR ci sono un infinità di accessori compatibili , ed ognuno potrà sbizzarrirsi nella configurazione che preferisce.
Altro elemento da considerare è la mancanza di caricamenti commerciali, cosa che obbligherà alla ricarica
Dati utili
- PRODUTTORE: NUOVA JAGER, Basaluzzo, Italia
- MODELLO: Upper Con Canna 7,5 pollici
- CALIBRO: 300AAC BLACK OUT
- ALLESTIMENTI E CALIBRI: Disponibile per sole armi corte con canna da 7,5 pollici, per carabine con canne da 12, 14 e 16 pollici.
- PREZZO INDICATO DALL’IMPORTATORE: circa 779,00 euro per la 7,5″; 810,00 per la 12″; 818,00 per la 14″; 897,00 per 16″. (Tutti i prezzi si intendono IVA inclusa)
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