Tra le varie proposte di nuova generazione una decisamente interessante si è rivelata quella della Robinson Armament chiamata XCR.
Anche grazie alla recente importazione e distribuzione nel nostro paese da parte di Nuova Jager, la Robinson ha presenziato quest’anno di persona all’IWA di Norimberga esponendo tutti i modelli prodotti, comprensivi di varianti conversioni e diverse finiture.
Estremamente disponibili e gentili ci hanno dedicato parecchio tempo nel mostrarci ed illustrarci tutte le caratteristiche del loro progetto, dalle scelte progettuali, alle operazioni di cambio canna e calibro alle peculiarità ergonomiche della piattaforma. Il progetto XCR risale al 2004 ad opera di Alex J. Robinson, nasce come una delle proposte presentate allo U.S. SOCOM per la richiesta di un nuovo SOF Combat Assalt Rifle.
Purtroppo l’XCR verrà scartato dal concorso anche conosciuto anche come SCAR. La motivazione, almeno quella ufficiale è da imputare ad una serie di motivazioni burocratiche e tecniche legate ai tempi di consegna.
Realtà o meno la Robinson non ha certo intenzione di gettare al vento il lavoro svolto e continua la realizzazione dell’arma per poi immetterla sul mercato civile oltre che proporla ugualmente ai settori law enforcement e militare al di fuori del bando iniziale. L’inizio della produzione e l ‘uscita sul mercato americano arriva nel giro di pochi anni.
L’XCR è una piattaforma multi calibro con pistone a corsa lunga basata su azione meccanica derivata dalla piattaforma AK a cui sono state apportate opportune modifiche per poterla adattare al nuovo progetto.
L’arma è composta essenzialmente da 2 chassy di alluminio aeronautico ottenuti partendo da blocchi forgiati e successivamente macchinati. Lo chassy inferiore ospita il pacchetto di scatto, i comandi, il bocchettone del caricatore tipo STANAG. Nella parte posteriore è incernierato il calciolo ribaltabile e regolabile in lunghezza realizzato in alluminio. Lo chassy superiore comprende un guardamano modulare monolitico con una slitta picatinny superiore a tutta lunghezza, ed al suo interno ospita il gruppo otturatore porta otturatore e molla di riarmo. Sul lato sinistro è presente la manetta di armamento laterale non reciprocante che un pochino ricorda il concetto alla >base di quella del FAL. La canna completa di presa gas regolabile e pistone è fissata direttamente nella sua sede sullo chassy superiore grazie ad una semplice vite. L’unione tra i due chassy è garantita frontalmente da un perno simile a quello della piattaforma AR-15 , posteriormente da una leva di bloccaggio che li mantiene chiusi. Una volta svincolata il perno frontale permette ai 2 receiver di basculare come nell’AR-15 oppure se sfilato di separarli.
L’arma è proposta nei calibri 5.56 – 223, 300 AAC, 7.62 × 39 mm, 6.8 SPC bastate sulla medesima struttura, è poi presente la variante in 308 Winchester che ha ovviamente richiesto una reingegnerizzazione della struttura con misure adatte al calibro. In tutti calibri sono proposte varie lunghezze di canna, e sono disponibili le conversioni comprendenti solo la canna oppure anche testina otturatore e caricatore in base al calibro.
Purtroppo come sempre dobbiamo fare i conti con il nostro fardello normativo quindi in Italia le lunghezze minime di canna saranno di 12 pollici. L’unica che potrebbe scendere sotto in quanto non considerata compatibile con il moderno munizionamento impiegato da forze armate ( !!!!!) sarebbe quella in 300 AAC, ma scendendo sotto i 300 mm ( 12 pollici) si passerebbe da arma lunga ad un’arma corta e si dovrebbe avere un XCR pistola che non potrebbe montare ne conversioni in 223 o 6.8 né conversioni i n 300 più lunghe di 12 pollici….e quindi assai poco appetibile.
Morale della favola anche per il 300 la lunghezza minima nel nostro paese probabilmente resterà 12 pollici. Consigliamo comunque di contattare l’importatore per avere conferma aggiornata delle versioni disponibili od ordinabili.
L’importatore ci ha dato la possibilità di valutare dal vivo i 3 modelli in 223-5.56 da 12, 14 e 16 pollici e quello in 308 da 16, al momento non erano ancora disponibili le conversioni in 300 e 6.8 SPC.Diamo un occhiata ai 223-556, che sono la medesima solamente con canna di diversa lunghezza.
L’arma risulta davvero ben fatta, con finiture lavorazioni molto buone.Appare robusta e solida senza giochi o scuotimenti anomali. Le finiture superficiali sono molto omogenee e di colore nero opaco, marchi e segni distintivi sono incisi con cura a spessore, soltanto i punzoni del banco sono un po approssimativi e posti in bella vista. Le dimensioni tutto sommato contenute, e risulta snella con una larghezza decisamente contenuta. Anche il peso è molto ben gestibile; non una piuma decisamente gestibile. Ovviamente nella versione a canna lunga aumenta un poco l’ingombro ed anche l’appruamento, ma la presenza del guardamano monolitico gia di sua da un certo peso in avanti rendendo la differenza tra la 12 e la 14 e la 16 tutto sommato non cosi evidente.
La calciatura forse è la cosa che ci è piaciuta un po meno a livello di ergonomia, nonostante risulti ben salda sia per il robusto snodo che per la regolazione in lunghezza è piuttosto sottile e piccola e non molto comoda. Un poggia guancia un poco più largo e magari anche un appoggio spalla un pelo più largo forse non sarebbero stati male.
L’imbracciata una volta trovata la lunghezza giusta lunghezza del calcio e abituatisi alla secchezza dello stesso è comunque buona e ben gestibile; fortunatamente la parte che fa da poggia guancia è fissa e non mobile il che compensa un poco e aiuta ad avere un appoggio fisso e più facilmente ripetibile.
La presa sul guarda mano è anche molto agevole grazie alla non eccessiva larghezza dello stesso, l’impugnatura pistola è la classica stile AR-15, per chi volesse risulta sostituibile con qualunque impugnatura aftermarket di questo tipo.
I comandi sono comodi e facilmente memorizzabili; il selettore di fuoco ambidestro è facilmente azionabile col pollice e facendolo ruotare in senso antiorario si passa da sicura fuoco semiauto. Lo sgancio caricatore è anch’esso ambidestro è praticamente quello del sistema AR-15. La leva di blocco in apertura è stato collocata tra ponticello del grilletto e base del bocchettone, consiste in una leva ambidestra alzata dall’elevatore a caricatore vuoto e da tirare verso il basso per mandare in chiusura l’arma. Anche questa un impostazione gia vista su altre piattaforme.
La manetta di armamento non reciprocante è posizionata sul lato sinistro, è dotata di un pomolo tondo piuttosto fine per non offrire punti in cui si possano equipaggiamenti o abiti. Risulta facilmente azionabile senza eccessiva forza.
Sul lato destro dell’arma è presente la finestra di espulsione, priva di sportellino, mentre un blocchetto deflettore per i bossoli è fissato subito dietro.
Il sistema di sblocco del calcio riprende una soluzione semplice robusta e funzionale: una cerniera con un dente in metallo che spinto da una molla verso il basso va a bloccarsi nel receiver. Per svincolarlo va tirato leggermente verso l’alto e sarà libero di ruotare e ribaltarsi verso il lato destro dell’arma. Il calcio una volta ribaltato non influisce sul funzionamento dell’arma o sull’espulsione dei bossoli.
Dalla parte frontale dello chassy spunta il blocco presa gas regolabile. È privo di attacchi baionetta e fissato alla canna.
Sul parte frontale è presente la testa della valvola regolabile premendo un pulsante e facendola ruotare, un foto tondo della misura del colletto di una cartuccia 5,56 serve per aiutarsi a ruotarlo in caso risulti bloccato dai residui carboniosi.
Sulla testa sono incise le posizioni con i numeri 1 2 3 4 ed S . La rotazione aprendo o chiudendo la valvola ottimizza il funzionamento in base al tipo di munizione, alle condizioni di pulizia dell’arma o all’impiego di silenziatori con munizionamento apposito. Cosa quest’ultima non sfruttabile nel nostro paese ma che resta presente nell’arma. Ruotando ulteriormente la valvola la si sblocca per poterla smontare.
La canna è cromata, ha un passo di rigatura 1:7 ed in volata presenta un classico spegnifiamma bird cage, la filettatura standard 1/2-28 permette il montaggio di altri spegnifiamma o freni di bocca.
Come gia accennato uno dei punti di forza dell’arma è il cambio rapido di canna che può essere effettuato dall’utente senza l’ausilio di particolari attrezzature. Il tutto è premesso da un semplice ma funzionale sistema dove il barrel extension della canna viene alloggiato in una sede all’interno del receiver ed una semplice vite posta nella parte inferiore del guardamano vicino al perno che unisce i receiver la blocca in posizione. L’unica cosa a cui stare attenti è di applicare il giusto serraggio della vite onde evitare che si possa allentare o che si possano rovinare i filetti in caso di serraggio troppo elevato.
Diamo un occhiata dentro l’arma.
Lo smontaggio è abbastanza agevole, dopo aver come di consuetudine controllato che l’arma sia scarica si procede ad aprire i 2 receiver, per farlo basta spingere in avanti la leva che si trova sul lato sinistro vicino allo snodo del calcio. I 2 receiver saranno liberi di basculare e si potrà sfilare il gruppo otturatore-porta otturatore molla di riarmo comprensivo di pistone.
Una volta estratto si potrà svincolare il pistone dal porta otturatore ed estrarre la molla con asta guida molla dalla sua sede.
A questo punto si può estrarre la testina dell’otturatore dal porta otturatore e poi procedere a rimuovere il percussore che è fissato al porta otturatore. Per farlo si deve premere sulla parte posteriore del percussore stesso in modo da svincolare un perno laterale che una volta sfilato permette di estrarre il percussore da dietro assieme al buffer.
Osservando tutto il gruppo otturatore, porta otturatore e pistone la somiglianza con il sistema AK è davvero evidente, sebbene il pistone sia separabile dal resto e il percussore sia inserito nel porta otturatore la testina la rotazione e molti altri dettagli mantengono le caratteristiche principali originali.
Proseguendo oltre lo smontaggio di ordinaria pulizia si arriva alla canna, una semplice chiave a brugola di misura adatta ( ovviamente in pollici) ci permette di allentare la vite e sfilare la canna dal davanti . Ultimo pezzo è il tubo guida del pistone che si potrà sfilare frontalmente dopo la canna dal guardamano.
Ultimi componenti sono la testa della valvola presa gas estraibile dalla sede sbloccandola e ruotandola. Per il montaggio ovviamente si procede al contrario.
Per quanto riguarda il modello in 308 l’impianto generale dell’arma è il medesimo, sia come funzionamento che come caratteristiche, si tratta del modello in 223 “ingrandito”. Le uniche differenze tecniche si trovano nella testa del pistone di disegno leggermente diverso per ottimizzare il funzionamento sotto l’azione dei gas, e nella regolazione della valvola presa gas e che si effettua lateralmente ruotando una rotellina con l’ausilio di un fondello. Pure nel 308 sono presenti le regolazioni per uso ad arma pulita, ad arma sporca e con soppressore. Lo smontaggio della valvola stessa non si esegue solo ruotandone la testa ma è richiesta una comune chiave.
Come segnato dal manuale nel modello in 308 la manetta di armamento che è un po più lunga sporge leggermente da dietro il receiver cosa a cui stare attenti se vi è il calcio piegato o se si sta mirando.
La canna anche in questo caso è cromata, ha una rigatura 1:10 ed in volata presenta un freno di bocca compensatore; il filetto è lo standard 5/8-24 quindi compatibile con tutti i dispositivi in circolazione.
L’alimentazione è garantita di caricatori standard 308 usati su quasi tutte le piattaforme AR in 308 quindi facilmente reperibili.
Ovviamente il modello in 308 è più massiccio e pesante ma in proporzione risulta comunque gestibile per ingombri e misure.
Le armi sono fornite con una dotazione estremamente minimalista : un caricatore. Non sono presenti altri accessori come cinghie mire etc.
La capacità dei caricatori è da 5 colpi se comune o da 29 se si opta per la versione sportiva, essendo armi B7 non sono più venatorie quindi salvo le sportive fanno comuni nelle 3 armi comuni detenibili. Dato che vi sono stati alcuni dubbi, specifichiamo che il munizionamento dell’arma che sia 223, 308 6.8 o 7,62×39 continua a fare numero nelle munizioni ad uso venatorio in quanto a definirne il tipo sono le caratteristiche della munizione stessa non l’arma che la usa; e tutte quelle in questione sono munizioni atte ad impiego venatorio. (ulteriori informazioni a riguardo si possono trovare su questo blog nell’articolo La detenzione delle munizioni ).
Abbiamo potuto provare a fuoco solamente la versione in 223-5.56 con canna da 12 pollici e ci ha fatto una buona impressione. Le reazioni allo sparo sono decise ma ben controllabili e un eventuale freno di bocca arriva a mitigarle ulteriormente. L’espulsione è vigorosa ed i bossoli di risulta non presentano particolari ammaccature o danni che ne possano pregiudicare il riuso. Lo scatto è un po duro ma abbastanza netto e pulito di chiara impostazione militare.I comandi sono ben gestibili e vi si può familiarizzare con poca pratica. Dopo la prova a fuoco confermiamo l’impressione iniziale sull’eccessiva finezza del calcio, perlomeno come nostra impressione.
Tirando un po’ le somme possiamo dire che gli XCS ci hanno fatto una buona impressione, sono tecnicamente ben fatti, e presentano soluzioni ingegneristiche degne di nota che non sembrerebbero inferiori a quelle di altre armi che hanno avuto più fortuna. È un arma ben concepita e con una buona ergonomia. Certo non ha la compatibilità di accessori after market di un AR-15, ma presenta gia tutto quello che le serve per l’impiego per cui è stata progettata: guarda mano con elementi modulari, canne intercambiabili calcio regolabile comandi ambidestri.
Purtroppo non è un arma economica, ma è abbastanza allineata con progetti della stessa fascia come ACR e SCAR. È da mettere sin da subito in conto l’acquisto di mire o di un sistema di puntamento consono al tipo di arma.
La dotazione fornita dalla ditta poteva essere un poco più ricca ma pare che ultimamente il trend americano sia questo….. ma dato che qualche accessorio in più corrisponderebbe ad un aumento di prezzo forse è meglio cosi anche perché 9 volte su 10 si finisce per sostituirli con altri comprati a parte.
Di certo una prova a fuoco più approfondita ci avrebbe potuto dare delle impressioni più dettagliate sulle prestazioni a fuoco, per chi volesse è stata fatta una recente prova a fuoco su Armi e Tiro.
E’ di sicuro una valida arma, accattivante ed un po diversa dal solito, rivolta a tutti gli appassionati dei moderni fucili d’assalto e le armi da essi derivate. L’unica cosa che ci puo generare alcuni pensieri su possibili tempistiche in caso di necessità tecniche è la necessità di dover aspettare per forza i tempi tecnici delle foniture della casa madre vista la totale presenza di parti e componenti proprietari che nn si trovano ovunque come succede per altre armi. Nulla comuqnue ci fa pensare ad un bisogno cronico di ricambi o di frequenti danni od a amncanza di assistenza da parte dell’importatore; ma l’abitudine di mettere in casa qualche minuteria di ricambio per evitare di restare fermi al campo di tiro causa mollettina o pernetto smarrito ci fa sempre ragionare in questa drezione. Purtroppo la recente falciata delle b7 per uso venatorio va considerata anche in questo caso; e la classificazione ad uso sportivo è alla fine una parziale consolazione dato che il numero di armi sportive detenibili resta a 6 dato che purtroppo le numerose quanto fantasiose chiacchiere ed ipotesi su eventuali aumenti non hanno né riscontro né conferma.
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Beautiful photos of a late model pic rail XCR